cristina lemmi

Reparto convenzionali

C’è un’esplosività latente nell’intensità del verde degli occhi di Cristina Lemmi, classe 1982, ultimo acquisto della scuderia Mto. In questi fanali che ti fissano ci leggi tutto, anche quello tende a nascondere un po’ di più: una leggera timidezza, fugace e maledettamente dolce. Ben Harper direbbe che she had diamonds on the inside e infatti a conquistarti è soprattutto un sorriso raggiante, che luccica come il brillantino che porta applicato al dente.  

Se fosse un cartone animato, sarebbe Taz, il piccolo diavolo della Tasmania dei Looney Tunes, quello che entrava in scena all’improvviso e scombussolava tutto con il suo vortice. Il suo ingresso negli uffici di Mto è stato proprio così: un vento fresco, vivace e instancabile, un’ondata di energia che ti lascia stordito. Il suo sguardo vispo è di quelli che ti hanno già fregato in partenza, non sai nemmeno tu come.  

In Finsea arriva dopo la decisione soffertissima di lasciare il lavoro precedente, spinta dalla ricerca di una positività che sente essere parte del suo essere: «sono riuscita a cambiare anche mio marito e lui si è lasciato contagiare: non potrei mai circondarmi di persone cupe» e di un equilibrio tra la vita privata e quella lavorativa ormai diventato imprescindibile: «quando è mancato il mio babbo non lo sentivo da due giorni perché il lavoro mi stava assorbendo troppo, da quel momento ho giurato a me stessa che non sarebbe mai più capitato di trascurare la mia famiglia, per me è una condizione non negoziabile».

Nella sua vita ci sono un bimbo di cinque anni che è una iena ma che «rimarrà assolutamente figlio unico», un marito che è la persona migliore che si possa volere accanto, una sorella che è il suo alter ego, così diversa e così complementare e un progetto da sviluppare dall’inizio alla fine, quello di creare e far crescere un reparto FTL all’interno di Mto.    

Da dove inizia il suo percorso professionale?

«Sono stata per undici anni la responsabile della logistica di una azienda di trasporti maltese. Tutto è cominciato con un lavoro da segretaria e con il mio responsabile che un giorno arriva davanti a me e mi comunica che era stata presa la decisione di spostare tutta la logistica da Malta all’Italia chiedendomi se me la sentissi di prendere in mano tutto …».

Esperienza bella tosta …

«Bellissima e durissima allo stesso tempo. Lavoravo sette giorni su sette con la testa in continuo movimento. Sono cresciuta molto in quegli anni, grazie ai colleghi ma grazie soprattutto alla mia volontà di ferro che non mi fa mollare mai il colpo, che mi spinge avanti, un po’ per perfezionismo un po’ per lealtà verso i clienti che mettono nelle mie mani la loro fiducia. All’inizio mi occupavo della gestione degli autisti, del groupage dei colli, poi con l’arrivo del mio bimbo ho chiesto una mansione differente per avere ritmi adatti a una vita anche da mamma, quella della ricerca dei viaggi sia su tratte nazionali sia su ratte internazionali, un compito più commerciale che ha completato molto la mia formazione».

E come è arrivata in Finsea?

«Mi sentivo molto sopraffatta dalla nocività del vecchio ambiente lavorativo, volevo cambiare e mi è arrivata voce che in Mto si stava muovendo qualcosa, quando ho fatto il colloquio e mi hanno offerto la posizione ho titubato molto: avevo paura del cambiamento. Con il senno di poi, oggi dico che se avessi saputo prima che avrei trovato un ambiente così sereno, me ne sarei andata anni fa. Mi avevano detto che avrei trovato una famiglia e ancora mi stupisco quotidianamente di quanto sia vero, qui mi sono ritrovata in tutta la mia positività, ho riscoperto la gioia di condividere spazi e tempi con i colleghi. L’ambiente è giovane, spensierato. Sono qui da pochissimo e mi sembra di esserci sempre stata, come se questa azienda mi fosse sempre appartenuta».

Cosa la gratifica di più?

«La fiducia, l’autonomia e la libertà di poter impostare il lavoro a modo mio, con i miei ritmi e le mie abitudini. Ho iniziato imbastendo un file fornitori e poi piano piano abbiamo iniziato a prendere carico sia dai miei clienti consolidati sia dai clienti storici di Mto che hanno voluto credere in noi. Oggi ci stiamo concentrando sul trasporto FTL, ma la strada è già segnata e il prossimo passo sarà il trasporto LTL, dove si vede davvero la competenza e l’esperienza pregressa nella gestione dei colli. È un lavoro sicuramente più impegnativo, ma anche più gratificante».

Un sogno nel cassetto?

«Almeno tre: oggi Mto lavora in larga parte con il container, io spero di poter contribuire ad arrivare a un 50/50 con il convenzionale, è un obiettivo ambizioso, ma visto che parliamo di sogni … perché no? Poi mi piacerebbe allargare il team, perché significherebbe che il lavoro c’è e una persona sola non basta più. Infine, sarebbe fantastico gestire qualche mezzo proprio, chissà …».

Qual è il valore aggiunto di MTO sul mercato?

«Siamo noi, il nostro lavoro, la nostra dedizione. Oggi non contano davvero più i 50 e i 100 euro in più o in meno, quello che fa la differenza è come fai il lavoro, quanto impegno ci metti, quanto sei efficiente. Il cliente è questo che cerca ed è questo che è disposto a pagare anche qualche euro in più».

La sua routine lavorativa?

«Alle 6 e un quarto sono già in movimento per sistemare mio figlio e quando entro in ufficio mi catapulto sulle mail, sulle cose urgenti e su quanto è rimasto in sospeso. Faccio colazione dopo due ore, solo quando ho sistemato tutto, altrimenti non sto tranquilla. La giornata prosegue con l’invio delle richieste ai trasportatori: nel corso dei mesi questa parte sta diventando via via più facile perché ormai riesco a dare incarichi mirati sulla base dell’area geografica, dopo aver memorizzato mentalmente le disponibilità. Quando arriva la quotazione la passo al cliente, chiedo le tempistiche di riscontro e la giornata piano piano volge al termine. Difficile avere momenti di quiete, ma è un buon segno!».