Franco Avanzino
General Manager
Qual era il suo ruolo prima di lavorare in Mto?
Ho iniziato la mia carriera in un’agenzia marittima genovese chiamata Agenzia Concordia SPA (proprietà della compagnia di navigazione Concordia Line – Haugesund, Norway).
Ho lavorato in quella società per cinque anni e mi sono occupato di spedizioni, seguendo il traffico ARAMCO dall’Italia per il golfo Arabico. In quegli anni riempivamo intere navi per questo gruppo di compagnie petrolifere.
Purtroppo, dopo cinque anni, la società è stata chiusa. In seguito ho trovato, sempre nello shipping, una nuova opportunità nella casa di spedizioni CROWE (gruppo LEP – Sydney).
Anche lì ho lavorato all’ufficio spedizioni, nel reparto export per Australia e Nuova Zelanda. Dopo circa un anno ho avuto l’opportunità di entrare in Intersea, che nel 1986 era l’agenzia in Italia della Yang Ming Line. Da allora non ho più lasciato il Dott. Negri.
I primi tre anni lo ho trascorsi all’ufficio trasporti, poi sono stato promosso a responsabile dell’ufficio documentazione gestendo polizze e manifesti di YML, UASC, CSCL più altre piccole linee. Nel 1999 mi è stata proposta la carica di responsabile dell’ufficio trasporti del gruppo e, successivamente, di responsabile di tutta la logistica, incluso il container control delle tre linee.
Dopo avere gestito queste tre linee, ognuna ha spostato il container control al proprio interno e io sono tornato a occuparmi solo di trasporti.
Oggi, dopo l’acquisizione di Silt da parte di Mto, mio occupo anche di questa società di trasporto in qualità di direttore».
Cosa le piace di Mto?
«MTO è una società giovane, fresca, dove tutti lavorano in armonia per raggiungere i risultati richiesti dalla proprietà. Non ci sono faide interne, ognuno conosce il proprio ruolo e i propri compiti e cerca di portarli avanti con dedizione e passione. C’è voglia di fare e questo stimola tutti».
Che cosa rappresenta il brand Mto?
«Rappresenta la logistica di un gruppo solido, forte sul mercato. In vent’anni ci siamo ritagliati uno spazio importante, riconosciuto da clienti e fornitori».
Qual è la sua giornata tipo?
«Per prima cosa saluto tutti i colleghi e scambio qualche parola con loro. Gli argomenti? Principalmente extra lavoro. In seguito apro la posta, facendo scorrere velocemente la messaggistica di routine.
Sono sempre a disposizione dei colleghi per aiutarli a risolvere quei problemi che hanno bisogno di un parere. Li aiuto a capire se le soluzioni che hanno proposto sono corrette oppure no. Prendo decisioni e stimolo gli altri a fare altrettanto.
In poche parole, dirigo e coordino un gruppo di persone affiatate e con tanta voglia di fare».
Quali sono le principali aree di business dell’azienda?
«Tutta la logistica trasporto containers, trasporto merce varia, unitizzazioni, svuotamenti e tutte le operazioni accessorie e complementari. A qualsiasi richiesta noi rispondiamo “Sì, si può fare”».
Come pensate di aiutare i vostri clienti ad avere successo?
«Dando la massima disponibilità nel modo più professionale possibile».
Come è cambiato il settore negli ultimi anni?
«Tanto… tantissimo. Ci sono lati positivi come lo sviluppo dei software, l’informazione sempre più capillare, capace di farci comprendere chiaramente quello che succede intorno a noi. Ma ci sono anche cose negative: la principale è la mancanza di formazione del personale, la quale porta a un sensibile abbassamento della professionalità».
Che rapporto c’è tra tecnologia e uomo in questo particolare settore?
«Anche qui ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. Di positivo c’è la possibilità di avere sempre a disposizione un’enorme quantità di dati e informazioni: tutto ciò ti permette di fare analisi, valutazioni e prendere decisioni rapidamente. Ma c’è anche il tema della spersonalizzazione. La persona conta sempre meno, il rapporto umano viene meno. oggi si scrive molto ma si comunica poco. È triste, molto triste».
Investite in ricerca e innovazione?
«Sicuramente, ma forse non stiamo facendo ancora abbastanza. In questo settore il tempo scorre sempre più veloce».
Come vede MTO tra dieci anni?
«Vedo un’azienda che si consoliderà sempre più sul mercato, facendo leva sui veri rapporti umani. Spero tanto che la mia volontà di investire sui giovani porti l’azienda ad avere una struttura solida, fondata sulle persone».