TOMMASO ARLANDINI
Se ne sta spesso con una canna da pesca in mano sugli scogli di Lavagna, a guardare il mare. D’estate, mentre gli amici escono dalle discoteche all’alba, lui raccoglie il suo secchio pieno di pesci e li aspetta per colazione: «È una passione che ho eredito da mio nonno – dice un po’ sognante – per me, quel posto (Cavi di Lavagna ndr) è un luogo del cuore».
Appassionato di calcio, ha all’attivo qualche viaggio, ma non troppi perché alla fine: «tutto quello che mi serve veramente è qui a Genova, amo la mia terra».
In MTO arriva dopo due anni di Accademia della Marina Mercantile quando decise di guardare a terra più che al mare e scegliere l’indirizzo logistico; qui fece il suo primo stage e il resto è già storia.
MTO è la sua prima e anche unica esperienza di lavoro, cosa la ha convinta a restare?
«Siamo una squadra giovane, forse l’età media più bassa di tutto il Gruppo Finsea, abbiamo creato un grande affiatamento tra di noi, stare in ufficio è divertente».
Recentemente ci sono state molte nuove assunzioni, l’equilibrio è rimasto saldo?
«Sì, anzi: chi è arrivato da una precedente esperienza ha portato un valore aggiunto in termini di lavoro ma anche di personalità; oggi condivido il lavoro di export a livello di customer care con Alessandro Benelli che nel Gruppo è entrato da poco, abbiamo raggiunto subito una buona sintonia e si respira un’aria allegra».
Qual è il valore aggiunto di MTO?
«Esattamente questo: l’affiatamento. Vivere in un ambiente protetto, dove si creano dei legami che vanno oltre l’aspetto lavorativo. Sapere che qualsiasi cosa non vada, se ne può parlare in maniera aperta; c’è fiducia. Questo ci permette di affrontare anche i problemi operativi con più efficienza».
Qual è l’aspetto più interessante del suo ruolo?
«La relazione stretta che si instaura con il cliente. Sinceramente io mi sono affezionato a molti di loro, li considero quasi amici, spesso nel bel mezzo della routine lavorativa scappa la battuta, si chiacchiera del più e del meno. Abbiamo ancora una dimensione umana e questo credo faccia la differenza, a volte anche davanti a tariffe più competitive»
Un sogno nel cassetto per MTO e uno personale?
«Per MTO, mi piacerebbe vederla crescere ancora, anche in settori che per noi sono nuovi dove c’è molto da esplorare come quello dei convenzionali e magari continuare a introdurre ragazzi giovani, con idee fresche. Il mio sogno personale è invece quello di navigare. Quando scelsi il corso di studi che mi permetteva di rimanere a terra, lo feci più l’attaccamento alla famiglia e paura di qualcosa che non conoscevo. Oggi mi ripeto che sono ancora giovane e che sono in tempo, se volessi, per fare questa esperienza».